Page images
PDF
EPUB

5° Acacia pycnantha. - Non ha rapida crescenza come le due precedenti, pure è un albero da raccomandarsi molto. Ricchissimo di gomma e di concino;

6° Casuarina quadrivalvis. — Specie resistente, di sollecita crescenza. Può attecchire sull' arida sabbia delle coste, e non dubito, nello stesso Sahara. I semi hanno una escrescenza membranacea, per cui al soffio delle bufere vanno sparsi a grandi distanze. Così l'albero viene a riprodursi facilmente sopra estensioni vastissime. Esso dura molti anni ed è molto ombroso. Produce un legno di singolare vaghezza. Le foglie piacciono al bestiame;

7° Casuarina suberosa (C. leptoclada).- Alligna di preferenza sui terreni interni, e non vien cosi bene nella sabbia: ma è un albero bellissimo, che cresce presto e dà molta ombra. Quantunque, nè queste nè i precedenti, raggiungon l'altezza gigantesca dei due eucalitti prima lodati;

8° Meloleuca parviflora (M. curvifolia). — Magnifico albero, sebben non molto alto, che vive sulla sabbia delle coste, e come la Casuarina quadrivalvis ne rattiene lo scoscendimento. Tuttavia nel gettare i semi è necessario evitare i luoghi dove la sabbia è mobile, affinchè i germogli abbiano un anno o due di tempo per crescere, che altrimenti rimarrebbero sepolti e soffocati. Le foglie abbondano d'olio volatile medicinale;

[ocr errors]

9° Melaleuca ericifolia. È un albero di palude, che non cresce all' asciutto; ma siccome vive anche nell'acqua salmastra è perciò da reputarsi importantissimo per rivestire le spiaggie del Mediterraneo, dove esistono pantani ď acque dolci o salmastre. Questa pianta serve qua mirabilmente per decorazioni, intrecciandosene vaghi festoni e ghirlande. Dalle foglie fresche si ottengono il 2 per 0/0 di eccellente olio volatile. Essa dovrebbe sorgere ovunque sieno stagni, perchè colle suo folte fronde impedisce la evaporazione dell'acqua. Da una libbra di semi può presumersi di ottenere diecimila piante;

10° Mesembryanthemum tegens. - Questa preziosa erba rampicante, succulenta, perenne, va aggiunta alla lista delle piante da prescegliersi a miglioramento di clima. Essa si stende moltissimo in breve tempo, e vive sulla sabbia mobile come sulla nuda roccia. Sfortunatamente non si possono avere semi in abbondanza, ed occorrerebbe perciò spedire la pianta su piote. Qualunque frammento troncato dalle sue diramazioni e quasi ogni piccola foglia può germogliare nella stagione fresca in qualsiasi luogo, perfino sui più aridi scogli. Questa pianta insinuandosi nelle fessure è capace di vestir di verdura dei macigni rimasti nudi per secoli. Le radici che penetrano e crescono nelle roccie ne favoriscono la decomposizione, e così il pregevole mesembryanthemum fornirà il primo strato di terreno, su cui grado a grado sorgeranno altre erbe e quindi piante maggiori. Ritengo che grandi spazi del Sahara potrebbero cosi in breve esser trasformati.

Fra le piante comuni in Europa sarebbe da raccomandarsi l'Atriplex patulus; che pur produrrebbe erba nel Sahara, e vi aiuterebbe un principio di vegetazione. È annuale, ma produce abbondante copia di semi, ed è pure un eccellente spinace.

Per ultimo è quasi superfluo far osservare che io mi terrei fortunato di concorrere allo scopo proposto col somministrar semente, quando fossero pronti i mezzi indicati per assicurarne il successo.

720003

SEDUTA PUBBLICA DEL 17 GENNAJO 1869

nel locale della Società alle ore 8 di sera.

Sono presenti i signori: Negri commendatore Cristoforo, Miniscalchi-Erizzo conte Francesco, Antinori marchese Orazio, Cocchi professore Igino, Del Pino Federico, Maraini ingegnere Clemente, Fairman cavaliere Giovanni, Osio Egidio capitano di Stato Maggiore, Giglioli professore Enrico, Tettamanzi dott. Pietro, Uzielli Gustavo, Billi professore Antonio, Riva Alessandro consig. di S. M., Cantalupo Nicomede e Rimini Gio. Battista, topografi presso l'ufficio supremo del Corpo di Stato Maggiore.

Il Presidente apre la seduta dicendo:

Ho il piacere di significarvi che la nostra Società è cresciuta al numero di 581 membri effettivi. Nessuna delle Società Geografiche, in Europa e fuori, si fece cosi numerosa in tempo si breve, nemmeno l'inglese, e la russa, che speciali circostanze mantengono sovra tutte dominatrici e sublimi, e varie di quelle che hanno venti, trenta, e quarant' anni di esistenza, ed hanno nobilmente promosso la scienza, non contano ancora un numero di associati che si pareggi al nostro. Abbiamone contento al cuore; prendiamone augurio d'onore !

E ben lo possiamo. Non solo la nostra Società si aumenta di numero, ma essa invigorisce ogni di della scienza d'illustri persone, che s' uniscono a noi. Era desiderio il mio, ed anche lamento, quando vi diceva che lo Stato Maggiore Generale e la R. Marina, non erano fra noi rappresentate se non da pochi, benchè rispettabili individui: ora sarebbe ingiusto il lamento: dobbiamo anzi le grazie

ai molti distinti Ufficiali dello Stato Maggiore e della R. Marina, che s' associarono a noi.

Anche le condizioni economiche della Società procedono in meglio. Stiamo preparando il bilancio per la generale assemblea, e non abbiamo l'arte dei finanzieri si abili a spargervi l'oscurità in quei loro bilanci, che io vorrei chiamare lunari, perchè mostrano la sola faccia che splende, e l'altra giammai. Non sarà tale il nostro, e ci si applichi pure il proverbio, che solo i poveri di spirito dicono nelle cifre tutto ciò che è vero. Noi d' altronde per essere bene accolti non abbiamo bisogno di sottilità di cervello, nè di andare guardinghi.

L'introito complessivo nei diciassette mesi scorsi dalla fondazione della Società fu di L. 21,755, e le spese non ascesero che a L. 10,480. Si ha dunque una rimanenza attiva di L. 11,275, delle quali 3,303 si conservano in denaro, e L. 7,972 furono impiegate nell'acquisto di L. 800 di rendita italiana fattosi in un tempo, in cui il corso della stessa rendita era assai meno favorevole che non al presente.

L'incremento negli introiti è anche dovuto ad una causa molto lieta per noi, all' incasso cioè d'arretrati che io ho lamentato più volte nei discorsi miei, ed anche in quello del 4 Decembre 1868. Allora avevamo più di trenta soci in mora del pagamento della quota del 1867: ora non ne abbiamo che sedici. Molti soci ancora lo sono della quota del 1868; ma moltissimi hanno già versato la quota del 1869, ed alcuni anche quella del 1870. Nè mancarono i fatti di nobile generosità, e fra questi è recente e cospicuo il concorso del socio barone Giorgio Levi alle spese che deriveranno dalla prossima pubblicazione d'un magnifico documento geografico del medio evo.

Il secondo fascicolo degli atti della Società, o memorie presentate alla medesima, è sotto il torchio, e prima che si raduni l'assemblea generale, sarà pubblicato. Il Bollettino è il frutto della nostra Società e dice il Vangelo che si cono

sce la bontà dell'albero dai frutti che porta, ed io desidero e spero che le Società Geografiche saranno per fare anche a questo fascicolo l'accoglienza animatrice che fecero al precedente. Intanto si raccoglie, ed abbonda il materiale anche pel fascicolo terzo. A quello che ora stiamo per pubblicare uniamo un nuovo elenco dei socj: vi troverete il domicilio d'ognuno, e vedendo che i soci appartengono a tutte le parti del continente italiano, a tutte le isole, a tutte le sue colonie nei due emisferi, e che non solo abbiamo a soci i connazionali italiani, ma ne abbiamo di Inglesi, di Francesi, di Spagnuoli d' Europa e di Spagnuoli d'America, ed anche di Armeni, voi giudicherete se possa ferirci la freccia scagliataci per semplicità o malizia da taluno, il cui nome vi voglio tacere, che noi siamo una Società fiorentina, fors' anche una capannella di consorti politici.

Gli perdoniamo del fallo: se in alcuna parte meritassimo il motteggio, paragonando le cose nostre e le sue potremmo ancor dirgli non essere il paralitico che deve scrivere un libello contro le gruccie, ma siamo affatto mondi d'ogni spirito municipale. Noi siamo una società di operosi italiani che si propongono di studiare principalmente l'Italia, perchè questo dovere, e questo interesse è nostro più che degli stranieri lo sia, ma anche gli stranieri invitiamo a studiarla con noi. E nemmeno siamo legati ai soli studi italiani: non abbiamo prevenzioni di si stretto patriottismo: noi consideriamo la scienza come l'opera del genere umano tutto intiero: amiamo la patria, ma i progressi della scienza e le sue scoperte predominano per la società le aspirazioni politiche, e sono per noi fatti più importanti della storia. Assistere, e prendere la parte specialmente italiana al lavoro intellettuale del mondo nella sfera geografica, è per noi lo spettacolo più interessante degli avvenimenti sociali, la cui traccia dalla fortuna politica è cancellata si presto. I benefici invece della scienza sono durevoli, e le sue conquiste eterne: il tempo non le cancella, ma le consacra.

« PreviousContinue »