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Parlatore lesse un discorso sullo stato della botanica in Italia e sulla convenienza di stabilire un erbario centrale italiano. Il qual discorso, per consiglio e per opera del Costa presentato al Congresso degli scienziati italiani celebrato in quell'anno medesimo, valse alla città di Firenze l'attuale possedimento di uno dei più ricchi e ben disposti erbarii che esistano al mondo; erbario che il Parlatore non solo ebbe la felice idea di proporre, ma eziandio la costanza di effettuare.

Troppo lunga sarebbe la enumerazione degli scritti pubblicati da Oronzio Gabriele Costa. Ci accontenteremo di riferire che delle sue opere, memorie, opuscoli, ecc. 3 concernono la fisica, 6 l'agronomia, 3 la mineralogia, 4 la botanica, 61 la zoologia, 6 l'anatomia comparata, 37 la paleontologia e zoologia.

Per la geografia italiana sono in particolar modo notevoli tra gli scritti minori del Costa le Osservazioni meteorologiche fatte in Lecce dal 1812 al 1820, l' Illustrazione del Fonte di Manduria (Atti dell' Accademia Pontaniana, Napoli 1844), il Catalogo delle miniere nelle provincie napoletane, Napoli, 1858, e le Memorie sul mare piccolo di Taranto, e sul Fusaro e sulle loro industrie (Annali civili del regno di Napoli, 1833. Napoli, 1861). D. P.

CONTE FRANCESCO TECCIO DI BAYO

Mancò di vita nel 1868 il socio Conte Francesco Teccio di Bayo. Entrato nella carriera amministrativa nel 1834, passò nel 1840 alla consolare e servi successivamente ad Alessandria d'Egitto, a Costantinopoli, a Smirne, al Cairo, a Trieste ed a Roma. Fu poscia inviato a Bukarest come membro per l'Italia d'una commissione internazionale, e di là venne per breve tempo a Vienna, da dove fu spedito come console generale a Francoforte sul Meno.

Il Conte Teccio amava la nostra Società e contribuì a farla conoscere ai dotti di Francoforte, fra i quali ci piace di rammentare il celebre viaggiatore e naturalista dott. Rüppell. Aveva in giusto equilibrio la natura fisica e la natura morale, il carattere e le opinioni; moderato e sensato, fu amico di tutti i buoni, ed anche in difficili tempi ebbe tranquillità d'esistenza ed affetto e stima nelle relazioni private e nella sfera ufficiale. Vivere secondo l'onestà, agire secondo l'equità, nulla chiedere, andare dove destina lo Stato, e fedelmente ubbidire, erano le massime sue.

C. N.

CANDIDO AUGUSTO VECCHI.

Nacque a Fermo nel 1814; passò a Napoli la sua gioventù e vi publicò il Savonarola. Esulò nel 1840, e da Parigi diresse, fino al 1847, il giornale illustrato che il Fontana stampava a Torino. Nel 1848 pagò il suo debito alla patria, prima soldato volontario, poi capitano nell'esercito subalpino, che abbandonò solo dopo l'armistizio di Vigevano per assumere l'ufficio di deputato d'Ascoli al parlamento romano. Nel 1849 capitano di stato maggiore e aiutante del generale Garibaldi concorse alla difesa di Roma. Profugo di nuovo scrisse delle cose d'Italia, e si ricoverò a' suoi studi prediletti nel tranquillo paesello di Quarto in Liguria, che rimarrà famoso nelle istorie, perchè di la scioglieva nel 1860 la spedizione dei mille. Il Vecchi ful per la seconda volta aiutante del Generale Garibaldi, durante le campagne del 1860, e nel 1866 sostenne le parti di colonnello e capo di Stato Maggiore nella divisione Avezzana. Fu deputato al Parlamento italiano, elettovi prima dal collegio di Cerignola, poi da quello di S. Maria di Capua.

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In questi ultimi anni scrisse un libro su Pompei, a cui già il pubblico giudizio concesse un posto onorato nella storia della nostra letteratura. Mancò il 26 gennaio 1869 in Ascoli, dove da ultimo avea fermato stanza colla sua famiglia. Il nome d'Augusto Vecchi, che sarà conservato nell' elenco dei fondatori della Società Geografica Italiana, è un nobile augurio ed un esempio solenne.

AMBROGIO PONCET.

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Il nome di questo simpatico ed operoso viaggiatore africano, immedesimato coll' altro del fratello Giulio, da cui il noto appellativo dei fratelli Poncet, non si deve strettamente prendere per il nome di un illustre geografo, o di un grande scienziato, ma sì come quello di uno dei più laboriosi, costanti, ed utili pionieri della geografia del centro d'Africa. Nativo di Chambery dal clima nevoso e purissimo delle sue montagne, poco più che trilustre assieme a Giulio fratello minore, venne condotto a Cartum dallo zio Vaudey, che a quell'epoca, 1851, vi teneva posto di console del Re di Sardegna. Due anni appresso orbato dello zio, miseramente ucciso da' negri sul fiume Bianco presso Gondocoro, toccò ad Ambrogio, malgrado la sua giovinezza, assumere le redini della famiglia, non che la direzione di tutti quei commerci che erano in mano del defunto, e che la troppo recente loro fondazione rendeva mal fermi. Strettisi tenacemente fra loro i due fratelli montagnardi, in una sola vita, volontà ed affetto, dopo molti anni di lotte, di pericoli, e di fatiche inaudite, riuscivano a vincere quanto di contrario la natura, gli uomini e gli eventi pararono loro dinnanzi. Perduta una spedizione, o andata a vuoto una stagione di caccia agli elefanti, ne tentavano altre; battuti i loro traffici sul fiume Bianco si volgevano a quelli

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del fiume Bleu, e così d'alternativa in alternativa e sempre lottando, finirono col sovrastare agli eventi, e col piegare i barberini e gli arabi del Sudan ai loro intendimenti per modo da confidar loro spedizioni difficili e lontanissime, con ottimi resultati. Dopo avere esplorato col commercio e colla caccia la più gran parte del paese bagnato dal fiume Bleu e dal Dender, del qual passe fornirono esatte e minute indicazioni in quella loro carta impressa a Parigi nel 1860 che ha per titolo: Cours moyen des deux Nils, et de leurs affluents Dender, Saubat, Nam, B. es Zeraf, B. Djour, volsero i loro sguardi con tenacità di proposito all'ovest del fiume Bianco e nello interno di coteste terre, coll'andare degli anni, giunsero ad impiantare diversi stabilimenti. Fra i quali, per i resultati che possono derivarne alla geografia, quello che ha destato maggiore interesse in Europa, è lo stabilimento in riva al Babura, fiuine che corre all'occidente del Bianco a grande distanza dalle sue sponde. I Poncet in una memoria accompagnata da carta, che venne inserita nel Bollettino della Società geografica di Parigi, maggio 1868, lo fanno derivare da Luta N-Zige, e con una direzione da E. S. a N. O, lo dirigono al lago Metuasset, mentre dal viaggio del Piaggia fra i Niam-Niam sembrerebbe scaturire piuttosto da un quarto lago equatoriale. Una esplorazione sui luoghi avrebbe il tutto chiarito, e questa esplorazione sotto gli auspici della Società geografica di Francia era già stabilita, d'accordo e col concorso dei fratelli Poncet che ne furono i promotori, quando Ambrogio colpito da fierissima malattia, sul punto di raccorre i frutti delle fatiche sofferte, ha dovuto miseramente perire. Egli cessò di vivere in Alessandria d'Egitto per affezione al cuore contratta nel Sudan, il 19 novembre 1868, nella giovane età di 33 anni. Ricca eredità di esempio e di affetti lasciò egli morendo al fratello ed alla famiglia sua; quanti il conobbero serberanno di lui memoria gratissima, ed il suo nome verrà ricordato con onore dai cultori delle scienze geografiche, ed in modo affettuoso dall'Aceademia nostra che ebbe il vantaggio di averlo per socio.

CARLO CATTANEO.

O. A.

Notiamo qui riverenti questo nome per ricordare come l'uomo illus're, di cui tutta Italia piange la perdita, sebbene non sia stato iscritto nell'albo dei nostri soci, pure aiutò di consigli sapienti i promotori della Società Geografica italiana, e volle assistere alle prime nostre riunioni preparatorie. Carlo Cattaneo, di cui i posteri ammireranno gli scritti come i ruderi pro · felici d'un gran de edifizio, che, senza essere compiuto, lascia indovinare le sue ciclopiche proporzioni, conquistò il suo posto di principe tra i geografi italiani col solo sbozzo del piano delle sue Notizie naturali e civili sulla Lombardia, libro che si potrebbe facilmente compiere, e si dovrebbe, come un monumento espiatorio alla memoria del solitario di Castagnola. C. C.

CATALOGO

DEI DONI PERVENUTI ALLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA

dal 1° Agosto 1868 a tutto Gennaio 1869.

LIBRI.

Comm. Cristoforo Negri.

Ragguaglio sulla vita e sui lavori di Jomard, per De la Roquette. Parigi, 1863.

La scienza popolare. Pubblicazione diretta dal prof. Michele Lessona. Opera del prof. Boccardo Girolamo. Torino, 1864.

Le colonie e l'Italia, sei lezioni dello stesso. Torino, 1864.

Della Cena Santa, ossia della Santa Comunione, traduzione dall'inglese in lingua yoruba, dal missionario indigeno Samuele Crowther. Senza data.

Viaggio in Siberia, fatto per ordine del Re di Francia nel 1761, per l'abate Chappe d'Anteroche, vol. 1o e 2o. Amsterdam, 1769.

Bollettino della Società Geografica di Parigi. Due annate 1851 e 1852. Corso elementare di Storia Naturale, per Edoardo Milne-Edwards. Parigi, 1840 (due volumi).

Il Canadà e le sue risorse. Memoria di Sheridan-Hogan, premiata dal comitato di Quebec. Montreal, 1855.

La Persia descritta. Relazione di un viaggio, per Giuseppe Anaclerio. Napoli, 1868.

Viaggio storico dell'Abissinia del rev. Girolamo Lobo della Compagnia di Gesù, per Le Grand. Parigi, 1728.

Storia dell' abbazia e del palazzo Holyrood, per Duncano Anderson. Edimburgo. Senza data.

L'uomo e le scimmie, per De-Filippi. Terza edizione con aggiunta dell'autore. Milano, 1845.

Corso elementare di storia naturale (botanica), per De Jussieu. Parigi, 1840 (due volumi).

Sulle sorgenti ferruginoso-saline della Norvegia meridionale, per Enrico Tanlow. Amburgo, 1855 (un volume).

Portolano del mare Mediterraneo, ossia Guida per i piloti costieri, per Michelot Enrico. Livorno, 1832 (un volume).

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