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SPEDIZIONE INGLESE IN ABISSINIA

ESTRATTO DAL GIORNALE DI VIAGGIO DEL SOCIO EGIDIO OSIO Capitano di Stato maggiore.

Egregio Signor Commendatore,

Firenze, 24 novembre 1868.

La S. V. Ill.ma mi ha espresso il desiderio di avere da me qualche notizia sull' Abissinia e sulla recente spedizione inglese, alla quale ho avuto l'onorevole incarico di prender parte unitamente al maggiore cav. Bacon.

Io non credo di poter meglio soddisfare a questo suo desiderio che col trasmetterle alcune pagine del mio giornale di viaggio, come furono scritte sui luoghi stessi e sotto l'impressione del momento.

La mia posizione di Ufficiale aggiunto alla spedizione richiedeva che io maggiormente portassi la mia attenzione su quanto aveva rapporto alle operazioni militari; d'altra parte la necessità di non scostarmi dalla linea di marcia dell' armata e la difficoltà di raccogliere informazioni sicure ed esatte in un paese di cui non conoscevo la lingua, mi resero impossibile l'arricchire le mie note di tutte quelle osservazioni e quei dati che avrei desiderato per poter porre maggiormente in rilievo il vero carattere dei luoghi e degli abitanti.

Più che altro la S. V. troverà dunque in queste pagine la semplice esposizione delle vicende della spedizione inglese spogliate, s' intende, di quelle osservazioni troppo esclusivamente militari che dovevano servire di risposta a' quesiti propostimi, e che d'altronde sarebbero per la Società di ben poco interesse.

Aggradisca, signor Commendatore, le espressioni del mio profondo ossequio e mi creda

Suo Devotissimo
EGIDIO OSIO

Capitano di Stato maggiore.

I.

LA BAIA D'ANNESLEY E IL CAMPO DI MULKUTOO.

4 gennaio 1868. - Alle 2 del mattino, dopo sette giorni dalla nostra partenza da Suez, il Great Victoria entra oggi

finalmente nella baia d'Annesley e allo spuntar dell'alba va a prender posto innanzi alla spiaggia di Zula.

La baia di Annesley è un vasto bacino di 7 chilometri circa di larghezza per 30 di lunghezza, protetto verso ponente e mezzogiorno dalle montagne dell'altipiano abissinese o dai contrafforti che se ne staccano, e a levante dalle alture della penisola di Buri. - Proprio dirimpetto allo sbocco trovansi poi le isole ed i banchi dell' arcipelago di Dhalac contro il quale devesi rompere il mare dal nord prima di penetrare nella baia.

Questa baia, quasi sconosciuta or son tre mesi, ci offre ora lo spettacolo di cinquanta e più navi a vapore ancorate nelle sue acque. Alcuni segnali di tromba ci annunziano la presenza tra esse di legni da guerra; vi è infatti la fregata Octavia, a bordo della quale trovasi sir Robert Napier, comandante in capo la spedizione di Abissinia, giunto ieri soltanto da Bombay, vi è il Satellite corvetta a vapore, e vi è pur anco la fregata egiziana Ibrahimia con a bordo il pascià, governatore di Massaua, venuto espressamente per riverire sir Robert Napier. Tutte le altre navi sono trasporti mercantili noleggiati dal governo inglese per la spedizione; vaporini rimorchiatori, barconi e barcaccie vanno e vengono dall' una all' altra e ricevono truppe, cavalli, muli, e mercanzie da portare a

terra.

Una lunga gettata si avanza nel mare perpendicolarmente alla spiaggia ed offre uno sbarco facile e sicuro; e i battelli o barcaccie che vi approdano ad ogni momento vi attirano un movimento straordinario d' uomini, bestie da soma e carri.

Su di un isolotto artificiale, unito alla spiaggia mediante un condotto sostenuto da cavalletti, vediamo una macchina a vapore. È un condensatore o distillatore che raccoglie acqua di mare e manda alla spiaggia acqua potabile per i bisogni degli uomini e dei quadrupedi.

Lo spettacolo della spiaggia è dei più animati e pittoreschi; un vasto accampamento a destra, numerose baracche di legno al centro e a sinistra; mucchi immensi di mercanzie qua e là; dappertutto carri, cavalli, camelli e muli che vanno e vengono. Un' immensa bandiera dai colori dell' Inghilterra sventola ad un' estremità dell' accampamento e domina la scena.

Dopo mezzogiorno scendo a terra. La gettata alla quale approdo si protende per 250 metri circa nel mare ed ha la larghezza di 10: vi è già stabilito un binario che si inoltra verso l'interno per 5 chilometri circa e facilita il trasporto su carri delle mercanzie sbarcate.

Le pietre per questa prima gettata furono tutte raccolte nelle isole dell' Arcipelago di Dhalac o nella penisola di Buri; ora poi, a qualche centinaio di metri più al sud, se ne sta costruendo un' altra parallela a questa prima, e lo spazio compreso tra l'una e l'altra sarà convertito in banchina. Si avrà così un piccolo porto o darsena. con grande vantaggio delle operazioni di sbarco e d'imbarco.

Parallelamente al binario corre un filo telegrafico, il quale arriva già sino a Komelu, prima stazione delle truppe verso l'interno, a 18 chilometri dalla spiaggia.

A destra della gettata, venendo dal mare, si trova l'accampamento delle truppe: e vi sono ora quattro battaglioni di fanteria, due inglesi e due indiani, e due batterie di montagna.

Più innanzi, baracche in costruzione, tende che si piantano, mercanzie che arrivano, casse che si aprono, gente che va e viene, grida e parole in tutte le lingue vi annunziano i bazars. Finora ben pochi negozianti hanno potuto ordinare le loro mercanzie e porle in vendita; ma si lavora e si spera riuscirvi tra poco. Vi sono italiani, vi sono francesi, vi sono inglesi, vi sono tedeschi, vi sono indiani, vi sono turchi, vi sono chinesi; tutti dipendono

dal Commissariato che assegna loro i posti e sorveglia all' ordine.

A sinistra della gettata si trova anzitutto il commissariato coi magazzini dei viveri e dei foraggi, l'ufficio postale, i magazzini per la marina, l'accampamento dei muli e buoi, le riserve dell'acqua, il cimitero.

Il condensatore che abbiamo visto dal mare fornisce ogni giorno 25,000 litri circa d'acqua potabile, i quali sono raccolti sulla spiaggia in grandi casse di lamina di ferro; accanto a queste casse è stabilito un abbeveratoio in legno della lunghezza di 50 metri circa, dove l'acqua viene introdotta per mezzo di pompe; un altro condensatore funziona poi all' estremità della gettata principale, e l'acqua da esso fornita è raccolta in botti a disposizione del Commissariato che se ne serve per la fabbricazione del pane e per altri speciali bisogni. Parecchie navi a vapore hanno pure a bordo un condensatore, e il totale giornaliero d'acqua potabile che si ottiene in tal modo è press' a poco di 190,000 litri (1). Qua e là e particolarmente lungo il binario sono raccolte in mucchi le mercanzie di ogni sorta che ad ogni momento vengono sbarcate dal mare. Dappertutto, sulla spiaggia, regna la massima attività; duemila e più indiani, condotti al seguito dell'armata per i servizi del Commissariato, vanno e vengono trasportando le mercanzie ai diversi magazzini; numerosi carri trainati da buoi fanno il servizio di trasporto per i punti più lontani del campo; messaggeri a piedi e ufficiali a cavallo si incrociano in tutte le direzioni.

Alcuni indigeni, della tribù dei Sciohos, dal costume quasi adamitico, dal profilo caucasico, dai capelli lunghi ed inanellati e dalla pelle di un colore caffè scuro, stanno

(1) Secondo il Times of India il totale dell' acqua potabile somministrato da questi distillatori fu di 36,817,400 litri circa: e il costo fu di circa 30 centesimi di franco al litro.

contemplando meravigliati e sorridenti tutto questo imponente spettacolo.

Quando si pensa che tre mesi or sono questo punto della costa d'Africa, ora centro di si prodigioso movimento, era una brughiera affatto deserta, non si può a meno di partecipare allo stupore di quei bravi indigeni.

Il villaggio di Zula dista dal campo tre miglia circa verso l'interno; gli inglesi chiamano questa loro base di operazione campo di Mulkuttoo, dal nome che gli indigeni stessi danno alla località.

Alla spiaggia di Zula viene a far capo il torrente Haddas; e rimontando il corso di uno dei suoi affluenti, si giunge ai passi di Komelu e di Suru per i quali si penetra in quattro giornate di marcia sull'altipiano abissinese. Quando si rifletta agli immensi vantaggi che si trovano riuniti nella baia di Annesley e in questa spiaggia di Zula, bisogna pur convenire che a questo primo passo degli inglesi per penetrare nell' Abissinia non è mancata la guida di quel raro senso pratico che accompagna ordinariamente le loro imprese.

Osservando la scelta stessa di questa base d'operazione, gli immensi preparativi che si fanno, e l'attività colla quale sono spinti innanzi senza riguardo alcuno alla spesa, non posso a meno di chiedere a me stesso, se non sia lecito il dubitare che il rilascio dei prigionieri possa essere l'unico scopo della spedizione...

5 gennaio. Verso la una dopo mezzogiorno noi due e i due ufficiali prussiani, accompagnati da un aiutante di campo del comandante in capo, ci rechiamo a bordo dell' Octavia per presentare a S. E. le nostre lettere d'introduzione.

S. E. essendo alquanto indisposta, il colonnello Dillon, suo segretario militare, ci riceve in sua vece e ci annunzia che saremo addetti a due reggimenti di cavalleria indiana, noi due al reggimento Scinde horse, i due prussiani al 3° Light cavalry.

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