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Impeto di piacer, che il sen m'inonda, Dono è di TE: mentre il pensiero intento Volgo all'alto splendor, che Ti circonda, Parmi che oltre il costume

Inusitato lume

Folgoreggi sull' alma, e muova e crei
Forti felici idee, di cui sull' ali

Forse tentar potrei

Gli alti voli immortali

Del Pindarico cigno, onde risuona

La gloria di Savona.

Grande fatta per Te vola non stanca

La mente mia, ma poi

Intorpidisce e manca

La man non usa a celebrar gli Eroi.

(a) Questa Canzone fu fatta per l'incoronazione di un Doge di Genova dell' Illustre Famiglia Airoli.

4

Ma nella gioia estrema,

Onde Genova mia rimbomba intorno
Difficile è tacer: dal sen la tema

Omai si scuota in così fausto giorno.
Suol fortuna gradire

Un animoso ardire.

Fiero nocchier non ha tema o ritegno
Al frequente muggir del mar crudele,
Ma del suo fragil legno

Dispiegando le vele,

Mentre da un astro luminoso è scorto,
Giunge felice in porto.

Anch' io volgo la prora ove mi mena

Un esultante affetto;

Signor, dalla serena

Tua Regia fronte ogni mia forza aspetto Ma qual miro da lunge

Serie d'alto splendor, che in Te discende

Da' secoli remoti, e gloria aggiunge

Alla gloria, che in Te sfavilla e splende? Serie d'Avi sublime

Che delle glorie prime

Pregiò l'Airolio sangue io veggio, e parmi

Seco veder la Maestà severa,

E Bellona tra l'armi,

E la Pietà sincera,

Che discesa dal Cielo, al Ciel conduce

L'alme, cui si fa duce."

"

Virtù da virtù nasce: inclita Prole

Il patrio Genio serba:

Vil colomba non suole

Nascer giammai dall'Aquila superba. Tra gli Avi illustri e grandi

0.

Evvi chi a larga man tesori versa, (1)
Onde per ogni età soccorso mandi

All' Innocenza tra miserie immersa .
Altri illustre magione (2)

Alla Pietà dispone.

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Altri di fiero ardor l' anima accesa
Là d'Ovada su' campi illustre Duce (3)
Della Patria in difesa

Eserciti conduce.

Altri movendo le robuste penne (4)
Delle Maltesi antenne

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Sul vasto pian del liquido elemento,
Alto tuonando viene,

Ed empie di spavento

La Tracia Luna, è l'Affricane arene. Ma qual carca di duolo

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Aura tacita e grave i vanni preme,

(1) Giacomo Airoli lasciò un fondo per doti da darsi a povere fanciulle.

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(3) Gian Tommaso Airoli lasciò un Palazzo e Villa per gli Esercizi spirituali.

(3) Altro Gian Tommaso Airoli Generale presso Ovada nella guerra del 1672.

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(4) Gio. Francesco Airoli Comandante delle Galere 110218 OBL XA (1)

di Malta.

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1

E scuote sopra il Genovese suolo
Di pestifera morte orrido seme!
In disperato pianto

Abbandonata intanto

Sotto l'aspro destin la plebe oscura

Sulle solinghe vie mancar si vede:
Sovra l'eccelse mura

Alto silenzio siede.

Ma dell'Airolia stirpe un Germe accorre (1)
E i miseri soccorre:

Va la pietà compagna ai fianchi sui
Coll' ardimento unita;

E instancabile in lui

Pria ché manchi pietà, manca la vita.
Questa de' primi Eroi

Incorrotta virtù non è già spenta,

Ma in Te vive, Signor: dei merti Tuoi
L'onor presente il prisco onor rammenta.
Sanno le patrie sponde

Qual nel Tuo sen s'asconde

Instancabil pietà: le meste il sanno
Vergini abbandonate, il sanno i figli,
Da cui togli l'affanno,

Allontani i perigli.

Il mendico lo sa, che alla Tua mano

Mai non ricorre invano.

(1) Agostino Airoli Commissario Generale per la

peste del 1657. morì di peste.

Sallo: ed or più saprà quai dell' interno
Tuo core i pregi sono,

Or che teco al governo

Le private virtù conduci in trono.
Già i corridori sprona

L'Alba di rose inghirlandata e d'oro,
L'Alba che omai della real Corona
Vien recandoti al crin l'alto decoro :
E dall' Indico mare

Oltre l'usato appare

Di più vivo splendor lieta e superba;
Poichè nel sen lucente ai di futuri
Ampio tesoro serba

Di fortunati augurj.

E già d'intorno a Te la Gloria scerno Recar di lume eterno

Altra corona all' onorate chiome:

E in replicati accenti

Il grande Airolio nome

Sonare ascolto in sulle vie de' venti.

Ma Tu, Signor, non cerchi

Gloria vana fra noi: plauso terreno

Coll' eccelse virtù non compri o merchi,
Nè sì bassi pensieri ascondi in seno.
Del Ciel l'eterna legge

L'Anime grandi elegge

A fabbricare i fortunati eventi,
Onde al destro fulgor di raggi amici
Le sottoposte genti

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