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Se non consolami

Tua santa voce,
Tosto convertesi
In pena atroce
Ogni altro ben.
Così dell' aspide

Nel sen l'umore
Del fiore cangiasi
Tosto in velen.

Deh alfin palesami
Ove tu sei;

Alfin deh muovati

De' mali miei,
Signor, pietà.

Ah se a quest' anima
Trovarti lice,
Felice e placida
Riposerà.

O Nume altissimo,

Santo dei Santi,
Canti a te l'etere,
La terra canti

Gloria ed onor.

E Pace candida
Ripeta a noi:

Con voi dimorasi
Sempre il Signor.

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Luminosa scintilla, Anima mia,
Lascia, deh lascia questi

Della tua prigionia lacci funesti.
Abbastanza t' oppresse

L'umana infermità; guerra crudele
Ti fecero abbastanza

Ora il duolo, or la tema, or la speranza.
Anima mia, coraggio, ecco il momento
In cui potrai della mortale inferma
Natura trionfar; la reggia eterna
S'apre a te della Vita; ecco dei mali
Ecco dei lunghi errori

Il riposo, il conforto.

Coraggio, anima mia, vicino è il porto. Mira di Spirti alati

Ridente stuol come esultando intorno

La tua partenza affretta,

E dice: ah vieni, il tuo Signor t'aspetta.

Ah il giorno ai lumi è spento!
Sento ch' io vengo meno,
E dal profondo seno
L'alito estremo involasi
Sull' ali d'un sospir.
Copre ogni senso mio

Calma di dolce oblio.

Ah questo dunque chiamasi,
Anima mia, morir!

Ma la Terra dov'è? fra quali abissi

S'allontana, si perde! il Cielo, il Cielo
S'apre davanti a me; sento i concenti
Dei Serafini ardenti; io miro intorno
Lampi folgoreggiar d'immenso lume,
E mi nascono al fianco eterne piume.
Già mi libro sull' ali, e già veloce
Vo valicando i Cieli

A guisa di balen: l'eterna Voce
Al mio cammino è scorta,

E il mio rapido volo a Dio mi porta.
Fiera Morte il tuo flagello,

La vittoria tua dov'è?
Non per me l'orrido avello
L'ombre pallide conduce,
Ma di gloria, ma di luce
Fassi origine per me.
Fiera Morte il tuo flagello,
La vittoria tua dov'è?

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Te sulle rigide
Alpi seguia

Pensando agli orridi
Nembi, ed al giel:

E per te agevole

L' alpestre via
Chiedea con fervidi
Sospiri al Ciel.

Te allor dall'Aquila

Fulminea scorto

Accolse Cesare

Pietoso in sen.

Ei tuoi dì candidi
Per noi conforto
Fra tanti gemiti
Erano almen.

E or che nutrivasi
Speranza amica

Te amato Principe
Di riveder,

L'inesorabile

Morte nemica

Tronca a' tuoi teneri
Anni il sentier.

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