PER MONACA CHE PRESE IL NOME DI SUOR TERESA E vesti l'abito di S. Domenico SONETTO I. Poichè l'eterna voce, a cui risponde L'immenso stuol delle create cose, Ella con franco piè per le profonde Vie della Grazia in suo cammin si pose, Vie, che note a costei restano ascose: All' alme cieche, e di vil fango immonde. E mentre ella si avanza, ed il profano Che invan la chiama, e la lusinga invano; L'eterno Amor con placido sorriso L'invita, e infiamma; onde nel velo umano Parte gode quaggiù del Paradiso.. SONETTO II. Parte gode quaggiù del Paradiso Quest' alma bella al Divo Amore unita, 1 E omai rassembra a chi la mira in viso Luna de'rai del sommo Sol vestita. E par ch'ella s'inalzi al Santo Eliso Seco vanno quel duol, che in cielo è riso, A lei 'l bel nome, e l'amorose voglie E tutto il Ciel le dice: affretta il piede, PER NOZZE DI PATRIZJ VENETI Nel tempo della Guerra de' Veneziani SONETTO Giunto coi dolci strali e ́le feconde Faci Cupido in compagnia d'Imene, La Libertà d'Italia un di tra l'onde, Disse: Mia face un placido diffonde Ardor che in pace i cuor congiunti tiene: Placido sì, ma fulmine diviene Che scoppia alfin sull' affricane sponde. Che dal mio fuoco in due bei cuori unito So dell' alme formar che arrecan poi Terrori e morti al Tunisino lito.. Ed oggi, o Coppia fortunata, a Voi Voci echeggiare ascolto in seno a Flora. Ecco già scende Imene, e con sue vive Là il volo Amore alle fugaci penne Si parla Imene: il Dio guerriero intanto (a) Vincenzio Viviani lasciò per Testamento all'Illustre Famiglia Nelli il Palazzo di sua abitazione, ove presentemente abita la suddetta Famiglia. 2 PER NOZZE Brandi SONETTO l'asta, e si trasse il Dio guerriero Nel consesso dei Numi a Giove innante, E disse il guardo volgi, o gran Tonante, Al vasto onor d'un mio trionfo altero. Vedi la Pace, che sul mondo intero Trova appena ove posi il piè tremante, Vedi un fiume di sangue ancor fumante, Che inonda il suol d'ogni più vasto impero. Amor sorrise e disse: or se ti piace, Sentimi, o Giove: io pongo i miei trofei In due bell'Alme accese alla mia face. Guarda OTTAVIO e GIOVANNA, e se tu sei Giusto, di' se è più grande, e più verace Gloria ne' suoi trionfi, oppur ne' miei. |