VERSIONE Un' elemosina fate, o Cristiani, All' affamato cieco, che stassene Qui all' aria rigida peggio de' cani. O voi, di grazia, per quanto affetto Portate al santo Fanciullo tenero, Per quella paglia, che fa suo letto, Per quella ruvida fascia, che il lega, Date un quattrino; d'un quattrin unico Questo mio bossolo vuoto vi prega. Ancor nel bossolo scosso non diede Suono un quattrino; e senza requie Il ventre brontola, è pan mi chiede. Egli è qui un secolo che si digiuna, Oh cieco figlio della miseria! Era al tuo nascere cattiva luna. Di quei che passano (e son più d'uno) Che sempre mai e vanno e vengono Un quattrin misero dunque nessuno? Natalem recitare cantionem? At pyxis sonuit. Bene ac beate Sit tibi, bene qui facis misello, Teque Infans ope sospitet benigna. Augustus plenas mundi torquebat habenas, Et domitis Dacis condebat saecula pacis : Ecce Dei proles post multos denique soles Expectata venit, nobis quae vulnera lenit, Laxat et immitis crudelia vincula Ditis. Visus ab indoctis per amica silentia noctis Aliger ipse viam monstrat reperire Mariam, Pastoresque gregis trahit ad cunabula Regis, Quem bovis, et belli flatus calefactat aselli. Nessun che facciami al Bambinello E ajuto il tenero Bambin vi dia. Tragge allo speco, ove il Re sommo è nato Cui l'asinello e il bue scaldan col fiato. VERSIONE Stava Maria piangente Per la gran doglia atroce La benedetta Madre Del Verbo eterno e santo Quando con rai pietosi Di vera Madre amante E barbaro mortale Che non si muova a tale |