Page images
PDF
EPUB

corona, affidando temporariamente le redini dello Stato al giovane principe di Carignano. Tale inaspettata notizia giunse in Laybach la sera del 13 marzo, destandovi una profonda costernazione. Lo stesso Metternich, poco prima sì lieto e confidente nel facile successo dell'opera delle sue mani, mostrossi prostrato d'animo. Egli temeva specialmente che le truppe austriache in Italia, avviluppate per ogni lato dagli assalti delle insorte popolazioni, venisser vinte dagli eserciti napoletano e piemontese. Laonde spuntava appena l'alba del 14 di quel mese quando i due imperatori di Russia e d'Austria, d'accordo coi plenipotenziari prussiani, deliberarono di render gagliardo, quanto più presto potevasi, di novantamila uomini l'esercito austriaco stanziato in Lombardia, mentrecchè l'esercito russo, forte di centomila uomini, e già agglomerato sulle frontiere dell'impero, porrebbesi in grado di giungere in Italia dopo sessanta giorni.

Il nuovo re di Sardegna stava ospite nella Corte del duca di Modena. In balìa compiutamente dei consigli di Francesco IV, egli non tardò a cassar il decreto che avea istituito reggente il principe di Carignano; e recandosi in mano la somma della potestà sovrana, chiese il soccorso di quindicimila soldati austriaci ai monarchi riuniti a Laybach. L'aiuto venne assentito addì 22 marzo in seguito d'una deliberazione, nella quale era detto che le Potenze alleate, anzichè lasciarsi smuovere dallo scandaloso esempio dato dalle truppe piemontesi, esempio che per la quarta volta in un anno affliggeva l'Europa, erano irrevocabilmente risolute a non riconoscere in Piemonte l'opera del tradimento e della sedizione militare, e fermamente determinate invece d'usare tutti i mezzi per ristabilirvi la piena autorità del re loro alleato.

Mentrecchè a riversare l'ordine di cose stabilitosi in Piemonte dietro la rivoluzione del marzo 1821 prepa

ravasi tanto gagliardo nembo di guerra, il governo di Luigi XVIII con occhio irrequieto volgeva anch'esso l'at tenzione sua alle cose subalpine. In Parigi massime temevasi che, al credibile ingresso degli Austriaci in Piemonte, il partito liberale prorompesse in Francia ad aperta sedizione (38). Pertanto il duca Richelieu e il barone Pasquier trovaronsi d'accordo nell'offrire al re Carlo Felice l'opera della mediazione francese onde assicurargli il possesso della piena autorità regia. E come seppero che il nuovo re di Piemonte erasi invece rivolto all'Austria per chiederle aiuto armato, non tralasciarono di muovere le più vive istanze allo czar Alessandro affinchè volesse far antecedere all'uso delle armi il tentativo d'un pacifico componimento di cose. L'autocrata russo assentì; il conte Mocenigo, suo ministro plenipotenziario in Torino, ebbe a tal fine gli ordini e i poteri necessari.

Intavolate confidenziali trattative tra il legato russo, l'abbate Marentini, presidente della Giunta di Torino, e il cavaliere Ferdinando Del Pozzo reggente degli affari interiori, si venne alla conclusione che sotto forma di voti, da raccomandare alla paterna bontà del re Carlo Felice nell'atto dell'immediata sommessione a' suoi sovrani voleri, chiederebbesi amnistia piena ed onorevole per tutti coloro, i quali aveano partecipato al succeduto mutamento politico; preservazione guarentita dall'occupazione straniera; concessione regia d'uno statuto conforme ai bisogni e ai desiderii della nazione. Frattanto, a dar palese testimonianza di pronta e schietta sommessione alla regia volontà, s'adoprerebbero dai governanti tutti i migliori spedienti affinchè le cittadelle di Torino e d'Alessandria fosser consegnate alla custodia delle truppe

(38) Dispaccio Pralormo al signor Pozzi reggente l'uffizio degli affari esteri in Torino, Parigi 21 marzo 1821.

reali rimaste estranee al moto costituzionale. Ove s'eccettui il conte Santorre di Santa Rosa, tutti i governanti torinesi accettarono e soscrissero questi patti, co'quali il conte di Mocenigo parti da Torino (39). Cotesta amichevole intervenzione della Russia era essa guidata da leali e schietti intendimenti, o piuttosto altro non era che un astuto maneggiarsi per tener in sospeso e abbindolare tanto il governo francese quanto quello di Torino? Non abbiam documento da recare in mostra per toglier il dubbio; ma crediamo che si possa tener per vero il secondo anzi che il primo dei due supposti. Come in fatti il conte Mocenigo fu in Novara, ed ebbe comunicazione dal conte Della Torre d'una lettera intercetta del Santa Rosa, in cui davansi premurosi ordini di militari apprestamenti, egli si servì di tale pretesto per inviare a Torino il barone di Moltke con un dispaccio per la Giunta di governo, nel quale, lasciate affatto in disparte le cose concertate, introducevansi nuove proposte, che in sostanza erano le seguenti. Immediata consegna alla milizia cittadina delle fortezze d'Alessandria e di Torino sin tanto che arrivassero a presidiarle le truppe regie stanziate in Novara; indulto per i soldati e i sott'uffiziali, che aveano aderito alla rivoluzione. I capi della ribellione spontaneamente emigrerebbero, forniti di danaro dalle regie autorità. La Giunta di governo farebbe atto di piena sommessione a Carlo Felice, e per pubblico bando annunzierebbe alla nazione di cessare qualsiasi connivenza con tutti coloro, i quali perdurassero ne' loro propositi di rivolta. In pari tempo costoro verrebbero esortati a togliersi da un tale stato, minacciandoli, se ostinati, di giudicarli responsabili di tutte le conseguenze che piomberebbero sui loro capi, e consa

(39) Mémoire de la Junte de Turin sur les propositions du comte Mocenigo ministre de Russie, Turin 31 mars 1821.

crandoli all'indignazione ed alla vendetta della patria e del re (40).

Tornava per vero impossibile il negoziare su così fatte basi. La Giunta di Torino si restrinse quindi a mostrare che l'operato del conte Santa Rosa nulla avea di sleale o di valevole a togliere la speranza di buona riuscita alle intavolate pratiche. In quanto alla consegna delle fortezze d'Alessandria e di Torino, essa dichiaravasi impotente ad ottenerla quandanche la volesse. La pubblicazione d'un bando accennante a incondizionata sottomessione all'autorità reale di Carlo Felice, getterebbe il paese in preda all'anarchia. Che se volevasi davvero venire alla conclusione d'un pacifico accordo per la benevola mediazione dell'imperatore Alessandro, s'ottenesse dal nuovo re la promessa di quelle civili istituzioni, che la progredita civiltà dei tempi domandava, e si salvasse il paese dall'invasione straniera (41). Sterili voti, perocchè la violenta morte del governo costituzionale piemontese era già stata decretata a Modena ed a Laybach. Addi 8 aprile del 1821 la bandiera austriaca sventolò sulle piemontesi terre, apportatice ai Subalpini di domestica servitù, alla Casa di Savoia di micidiale vassallaggio.

[ocr errors]

Prima di lasciare Laybach, i tre Sovrani d'Austria, Russia e Prussia vollero dar contezza a tutti gli altri principi di quanto aveano operato per la pace e il ben essere dell'Europa, di fronte alle rivoluzioni napoletana e piemontese. In quella loro dichiarazione era detto che perversi uomini aveano architettato un disegno di sovvertimento universale. In tale opera distruttiva i cospiratori piemontesi aveano un compito particolare. Essi eransi

(40) Instruction du comte Mocenigo par M.r le baron de Moltke chargé d'affaires de Russie, Novare 2 avril 1821.

(41) Risposta della Giunta di Torino alle proposizioni del barone di Moltke, 3 aprile 1821.

sollecitati a compierlo, basandosi su false dottrine e su conventicoli iniqui e speranze scellerate. Costoro, soffocando il sentimento che negli umani cuori nutre il verace amor della patria, ai doveri conosciuti aveano surrogato indefinibili e arbitrarii principii, atti soltanto a produrre mali senza termine. Se non che la divina Provvidenza avea colpito di terrore subitaneo le temerarie coscienze d'uomini così rei, e fatte cader loro di mano le armi (42). Ma pur sempre dissotto l'involucro d'un linguaggio così volgarmente collerico, e tanto svergognatamente calunniatore, trapelavano i segni del proposito de' guidatori scettrati della Santa Alleanza d'opporsi ad ogni rinnovamento civile e politico dell'Europa, e l'orgogliosa pretensione loro d'esser quasi per mandato divino investiti del diritto d'ingerirsi nelle faccende e nelle commozioni interne di tutti gli Stati, senza alcun ritegno di rispetto alla libertà ed alla indipendenza de' popoli.

(42) Dichiarazione pubblicata a nome delle Corti d'Austria, Prussia e Russia alla chiusura del Congresso di Laybach, 12 maggio 1821. Dispaccio circolare Metternich, 12 maggio 1821.

[blocks in formation]
« PreviousContinue »