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mieux que personne ne pourrait vous le suggérer, la manière dont il faudra vous conduire avec le plénipotentiaire anglais. Les sentiments de monsieur le comte de Blacas, plénipotentiaire de France, sont connus: c'est un royaliste pur, mais la position de son gouvernement est délicate, et un fort parti parmi les subalternes du département des affaires étrangères cherchera à entraver, non seulement les dispositions particulières de M. de Blacas, mais même celles du gouvernement. Il est essentiel de persuader la France: 1° que tant qu'elle protégera les gouvernements constitutionnels, ou qu'elle cherchera à les propager, les gouvernements monarchiques purs d'Italie seront obligés de se jeter dans les bras de l'Autriche pour sauver leur existence, et par-là d'abandonner l'alliance de la France, qui est si naturelle et si utile aux deux États; 2° que si malheureusement l'Italie changeait ses formes de gouvernement, les individus qui s'empareraient du pouvoir, propageraient avec violence les idées et les principes exagérés et républicains, et compromettraient par un funeste exemple l'existence même de la monarchie française.

Voilà, monsieur le comte, une esquisse rapide des points. principaux à avoir en vue pendant la mission dont vous êtes chargé, et que votre sagacité et perspicacité vous fera développer de la manière la plus utile au service du roi.

DI SAN MARZANO.

ΧΙΧ.

Nota verbale del cardinale Consalvi al conte Ceccopieri
incaricato d'affari del duca di Modena.

Mentre l'armata austriaca diretta a stabilire l'antico ordine di cose nel regno, ne avea già passati i confini, e progrediva con successo nelle sue operazioni, gli augusti Sovrani d'Austria, di Prussia e di Russia ricevevano la notizia degli avvenimenti del Piemonte. In tale stato di cose S. E. il signor ambasciatore di S. M. I. R. presso la Santa Sede fu incaricato di rappresentare al ministero di S. S. che gli augusti Alleati si credevano tanto più in dovere di non abbandonare a dubbiosa fortuna ciò che interessava d'assicurare per la salvezza

dell'armata austriaca in Italia, e per l'esito felice della causa da loro intrapresa per la tranquillità della penisola; e che l'I. R. Corte d'Austria, penetrata dal pericolo imminente che minacciava tutta l'estensione dell'Italia, e dell'urgenza di misure pronte, efficaci ed atte a poterlo combattere con successo, desiderava che il ministero del Santo Padre apprezzasse l'indispensabile necessità di collocare in Ancona un corpo di truppe austriache, che vi dovesse però rimanere a sue proprie spese, senza mischiarsi in alcun modo del governo civile e militare di quella città pontificia, e senza che le truppe di Sua Santità esistenti in detta città e fortezza e le Autorità locali fossero in alcun modo imbarrazzate nell'esercizio delle loro funzioni. S. M. l'imperatore di tutte le Russie e S. M. il re di Prussia incaricarono ugualmente i loro RR. presso la Santa Sede d'unire le loro istanze a quelle dell'I. R. ambasciatore austriaco ad oggetto d'ottenere dal Santo Padre il consentimento che un corpo di truppe austriache di due a tremila uomini fosse ammesso in Ancona, per rimanervi fino al momento in cui le operazioni militari della Penisola avendo conseguito il desiderato scopo, non esigessero più questa precauzione; e tanto S. M. I. R. austriaca, quanto i due sopradetti suoi augusti Alleati, assicurarono il Santo Padre nel modo più positivo che la permanenza del detto corpo di truppe in Ancona non sarà prolungata un momento oltre l'indicato termine.

La rapidità degli avanzamenti delle truppe austriache nel regno di Napoli, e la serie dei fatti che immediatamente seguirono, i cambiamenti avvenuti in Piemonte il 12 e 13 di marzo, presentarono negli ultimi giorni di detto mese (quando i rappresentanti dei tre augusti Alleati presso la Santa Sede fecero l'ufficiale domanda che un corpo di truppa austriaca fosse ricevuto in Ancona) un complesso di circostanze sostanzialmente diverse da quelle in cui i tre Sovrani si determinarono a chiedere il consenso del Santo Padre per una misura di precauzione che appariva consigliata dal pericolo imminente d'un generale sconvolgimento della penisola. Questo cambiamento di circostanze, mentre per una parte, attesa la cessazione della guerra di Napoli, avea rimosso l'ostacolo insormontabile che la dichiarata neutralità del Santa Padre avrebbe apposto all'adesione della Santità Sua all'occupazione d'una fortezza del suo Stato di una delle truppe belligeranti, fece dall'altra parte considerare alla Santità Sua che gli augusti Alleati, attesa l'accennata mutazione dello stato delle cose, avrebbero un motivo di non riguardare più come necessaria una tale misura. Il sottoscritto fu

quindi incaricato dal Santo Padre d'esporre ai Gabinetti d'Austria, di Prussia e di Russia questi suoi sentimenti, unitamente a tutti quegli altri riflessi che una misura di tale natura non lascia di presentare in se stessa, e alle quali il Sovrano territoriale della città, ove deve collocarsi una truppa straniera, non potrebb'essere indifferente.

L'impegnato desiderio però che gli augusti Alleati dimostrarono al Santo Padre perchè avesse luogo la sopra indicata misura di precauzione, i distinti riguardi che S. S. professa verso le MM. LL., la conosciuta lealtà di S. M. I. A. le di cui truppe si richiedeva che fossero ammesse in Ancona, non che le assicurazioni date dalla M. S. e da' suoi augusti Alleati che da questa momentanea misura non sarebbe stato in nulla turbato il libero e pieno esercizio delle loro funzioni a tutte le Autorità pontificie, fecero conchiudere al Santo Padre la sua rappresentanza con dire che, se gli augusti Sovrani d'Austria, Russia e Prussia dopo avere considerato nella somma loro sapienza e penetrazione ciò che, fu esposto dal sottoscritto, avrebbero persistito nel riguardare come necessaria la temporaria presenza delle truppe imperiali, la Santità Sua, nel caso in cui si tratta, non si sarebbe ricusata d'acconsentire che un corpo di truppe austriache fosse ammesso in Ancona nel modo da combinarsi, e vi rimanesse fino a tanto che le operazioni militari esigevano questa misura di precauzione.

Portata alla cognizione della LL. MM. la nota che il sottoscritto ebbe l'onore d'indirizzare sopra questo argomento ai loro rappresentanti presso la Santa Sede, il Governo pontificio n'ebbe in risposta che gli augusti Sovrani, malgrado le considerazioni esposte nella citata nota, riconobbero unanimemente che la desiderata occupazione d'Ancona è nelle congiunture attuali, più necessaria che mai per la causa generale, e che perciò S. E. il signor ambasciatore d'Austria presso la Santa Sede era incaricato di concertare le disposizioni opportune onde ridurre ad effetto questa misura, la quale va ad eseguirsi coll'ammissione in Ancona d'un corpo di duemila uomini di truppa austriaca.

L'interesse che il Santo Padre giustamente pone acciò questa disposizione venga da tutti riguardata sotto il suo vero punto di vista, e non dia luogo ad alcuna men giusta interpretazione, ha determinato la Santità Sua ad ordinare al sottoscritto di forne l'oggetto d'una verbale comunicazione con V. S. Illma egualmente che colli rappresentanti delle altre Corti. Quindi il sottoscritto, per ordine della Santità Sua, ha il piacere BIANCHI, Storia Docum. - Vol. II.

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di dirigere a V. S. Illma la presente nota verbale, pregandola di voler portare il fin qui detto alla cognizione della sua Corte; e profitta di quest'incontro per rinnovarle i sentimenti della sua distinta stima.

C. CARDINALE CONSALVI.

XX.

Dépêche du comte d'Aglié au comte Rossi à Vienne sur l'occupation de la citadelle d'Alexandrie par les troupes autrichiennes.

J'obéis aux ordres de monseigneur le duc de Génevois en informant Votre Excellence d'un incident désagréable qui vient de troubler la satisfaction que S. A. R. avait éprouvée par la prompte termination de la révolution du Piémont, et qui forme le sujet d'une lettre que S. A. R. adresse à S. M. l'Empereur d'Autriche,

La citadelle d'Alexandrie ayant été occupée par les troupes autrichiennes en-suite de l'évacuation qui en été faite par les troupes piémontaises rebelles, M. le général Bubna en prit possession au nom de l'Empereur d'Autriche, et en envoya les clefs à Sa Majesté. Il écrivit en même temps à monseigneur le duc de Génevois, qu'il en avait agi ainsi pour ménager à son Souverain le plaisir de lui renvoyer les clefs de cette forteresse. De plus S. A. R. apprit hier avec un vif regret que M. le général Bubna avait lui-même publié cette notice dans la Gazette de Milan.

S. A. R. a cru de son devoir de s'adresser directement à S. M. l'Empereur pour lui représenter que la démarche de M. le général Bubna est non-seulement contraire aux lois de bon voisinage et aux devoirs reconnus entre les nations, mais qu'elle est en opposition directe avec les principes et les sentiments professés par S. M. et les assurances que S. A. R. a données à ses sujets dans toutes ses proclamations, dans lesquelles elle leur a constamment conseillé de considérer et de voir les troupes autrichiennes comme amies et alliées.

S. A. R. m'a en même temps ordonné de prier V. E. de vouloir bien porter le contenu de cette dépêche à la connaissance de S. M. l'Empereur de Russie. S. A. se flatte que S. M. voudra

bien employer son influence pour prévenir les suites de l'incident fâcheux que j'ai l'honneur de tracer à V. E., et qui pourrait considérablement affaiblir l'effet moral des principes de la grande Alliance dont l'influence promet des résultats si salutaires pour toute l'Europe.

XXI.

Déclaration des Cours d'Autriche, de Prusse et de Russie à la Conférence du 11 décembre 1822 à Laybach.

Les Cours alliées réunies à Laybach adressèrent, avant de se séparer, à leurs missions accréditées près des Souverains de l'Italie une dépêche circulaire, comme le dernier monument de leur sollicitude pour des intérêts que Leurs Majestés impériales et royales ne séparent pas des leurs.

A l'époque où cette démarche fut conçue, deux grand exemples venaient d'ajouter aux leçons de l'expérience. A Naples et en Piémont le génie du mal avait eu le pouvoir d'envahir et de renverser l'autorité légitime, de mettre en problème l'existence de l'ordre social en Italie. La contagion venait sans nul doute du dehors; mais si elle n'avait point trouvé sur les lieux des éléments favorables à son développement, celui-ci aurait-il été aussi rapide et aussi complet? Les monarques, qui avaient sondé la profondeur du mal, n'hésitèrent pas à l'attaquer de front, à refouler la révolution, et à arracher ces États aux horreurs de l'anarchie, pour les replacer sous l'égide tutélaire de leurs Souverains légitimes.

Mais les Cours alliées crurent n'avoir point assez fait pour le repos de l'Italie. Convaincues que de pareils dangers pourraient se renouveler tant que les pays menacés ne trouveraient pas un préservatif assuré dans leur situation intérieure, et persuadées que le repos qui naît de la seule présence d'une force. protectrice, n'épuise point les garanties désirables de sécurité, déplorant enfin les amères nécessités qui ont obligé plusieurs États à réclamer un appui matériel étranger, elles ont cru devoir appeler l'attention des Souverains d'Italie sur les moyens qu'ils jugeraient les plus aptes, soit à renforcer et à consolider le pouvoir fondé sur la justice et sur l'ordre, soit à introduire

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