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LETTERA

DEL

SIG. COMM. GIOVAN BATTISTA DE ROSSI

ALL'AUTORE

Carissimo Collega ed Amico,

A dimostrazione di quella sincerissim a stima ed affezione, che già da tanti anni Le professo, come a caro collega e benemeritissimo cultore degli studi di sacra archeologia, gradisca le seguenti troppo brevi ed imperfette parole, che detterò come posso. Ella le premetterà al dotto volume, nel quale illustra l'insigne sua scoperta della Casa dei martiri Giovanni e Paolo, se le giudicherà degne di siffatto onore e non al tutto inutili ai periti lettori, che Le auguro tanto numerosi quanto saranno senza dubbio attenti e pieni d'interesse e di simpatia per il maraviglioso processo delle sue davvero non fortuite escavazioni e del loro successo completo oltre ogni aspettazione.

Imperocchè la scoperta che Ella si accinge a descrivere ed a pienamente illustrare in ogni parte, è nel suo genere unica, e sarà forse foriera di qualche altra simile da farsi nel campo della sacra archeologia dei primi secoli. Chi aveva mai, non dico messo

in luce, ma nè anco sospettato, potercisi rivelare una casa cristiana dei primi anni dopo le persecuzioni, fornita di affreschi di quell'età, ritraenti il simbolismo dell'arte, quasi direi classica, dei secoli delle origini del cristianesimo non ancora obliterata, e trasformata all'indomani dell'èra travagliata delle leggi persecutrici, ed allo splendore del nuovo sole della pace e della libertà concessa alla chiesa da Costantino? Di siffatte manifestazioni dell'arte cristiana nei secoli della lotta e negli esordii della pace e del trionfo nè anche sospettavamo l'esistenza fuori dei cimiteri, degli oratorii, delle basiliche. Ma la casa celimontana non è al tutto estranea al periodo sanguinoso ed eroico della lotta tra l'idolatria e la fede cristiana. Anzi essa segna il momento della crisi finale dell'ultimo e decisivo passaggio dalle violenze occulte contro i professori della fede al trionfo delle loro memorie e del loro culto. E di sì grande e radicale trasformazione Ella ha scoperto il monumento contemporaneo nella casa celimontana, divenuta, nella seconda metà del secolo IV, santuario dei martiri ivi occultamente immolati, e monumento eloquente della loro storia e dei loro fasti cruenti. La concordia meravigliosa dei dati monumentali da Lei attentamente analizzati, con quelli a noi pervenuti dei loro atti e delle tradizioni circa la loro tragica fine, è tanto stringente e persuasiva, che niun animo retto e discreto potrà, a mio avviso, spregiarne il valore, e non farvi sopra seria riflessione.

Ella tutto ha esplorato, tutto indagato al lume della scienza archeologica classica e cristiana, tutto

rimesso in luce dal secolo IV agli ultimi dell'evo medio ed all'età moderna. Ed in tutti e singoli i punti di sì lungo volgere di anni ed eventi Ella con fina sagacia ha rintracciato ed illustrato indizi e frammenti di monumenti, che formano continua serie e catena archeologica ed artistica dei fasti del titolo di Pammachio dalle prime sue origini alla presente età.

Molto più vorrei dirle, ma quanto ho dettato fin qui parmi che basti allo scopo del presente brevissimo scritto ed allo stato odierno di mia travagliata salute. Mi perdoni adunque, degnissimo collega ed amico, il laconismo di questa epistola gratulatoria. Di commendatizia il libro non abbisogna punto. Esso ed il suo argomento ed il modo con che Ella lo ha svolto, si raccomandano da sè: le mie parole nulla possono aggiungere di pregio alle pagine che si bene splendono di luce propria.

Mi creda sempre con antica amicizia, somma stima, inalterabile devozione

Castel Gandolfo, 11 Luglio 1894.

Suo affmo Servo e Collega

G. B. de Rossi.

IMPRIMATUR

FRANCISCUS XAVERIUS A VIRGINE DOLOROSA CONGREGATIONIS PASSIONIS D. N. I. C.

PRAEPOSITUS GENERALIS

Ex Recessu SS. Joannis et Pauli de Urbe,
die 26 m. Junii 1892.

IMPRIMATUR

Fr. Raphael Pierotti O. P. S. P. A.
Magister.

IMPRIMATUR

Iulius Lenti Patriarch. Constantinop.
Vicesgerens.

PREFAZIONE

Sono tante e sì ovvie, ai dì nostri, le scoperte archeologiche, in Roma singolarmente, che sembra non debbano più desta re maraviglia. Ad ogni ora tornano in luce nobili avanzi di pubblici e privati edifizi, e monumenti antichi di ogni fatta, che nelle viscere. della terra si salvarono dall' ingiuria del tempo. Leggansi di fatto i bullettini e le rassegne, che periodicamente ne danno conto, come le Notizie degli scavi del R. Ministero, gli Annali dell'Istituto di corrispondenza, il Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma, quello dell'illustre Comm. G. B. de Rossi e cento altri, e s'intenderà facilmente che in nessun tempo si lavorò quant' oggi e con miglior fortuna a disseppellire gli avanzi della veneranda antichità. Chi sia per poco versato negli studi archeologici darà senza fallo ragione a coloro, che tanto di buon grado spendono fatiche e denaro in siffatte ricerche, e mostrano di avere in grande stima anche un frammento

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